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al testo di Dereck Louvrilanm
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Nella cruna dell’oscurità ci passa un’onda con le gobbe che fanno da sole. La sua velocità costante fa quadrato per redimere la massa dall’ignoto e conta negli oceani e per le more. L’osservazione del fenomeno posiziona il creato fuori dal miracolo, moltiplicandolo per tanto ma non per tutto perché se è vero che la mela si trasforma in forza e la pianta in disegno, come mai dalla coloritura ricaviamo l’indizio che ogni parola si allontana nel nulla per tornare come vagabondo fino al cancello? Giocoforza abbiamo grandi spettacoli e maghi da pulpito che fanno manovalanza a notte fonda. Il trucco è far scivolare la presenza nell’eco e la stella nel ventre del motore. Tra mille primavere si saprà perché la parola si consuma e perché tra altri mille ancora soffriremo prima del cancello, l’ultimo presente.
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